sabato 27 dicembre 2014

Bottino del Mese #3

Buonasera, lettori!
Spero che tutti quanti abbiate trascorso un buon Natale, all'insegna dei pandori e dei panettoni =) Nella mia bella città oggi sta anche nevicando, quindi direi che più Natale di così non si può!
Come alla fine di ogni mese vi presento i miei acquisti e stavolta ammetto di aver saccheggiato per bene...



... e non a caso uso il termine "saccheggiare", perché non ho pagato quasi nessuno dei libri che vedete qui! =P


Titolo: Storia di una ladra di libri
Autore: Markus Zusak
Editore: Frassinelli
Pagine: 562

È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché "ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri", poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto. Raccontato dalla Morte - curiosa, amabile, partecipe, chiacchierona - "Storia di una ladra di libri" è un romanzo sul potere delle parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo spirito. Questo libro è stato pubblicato con il titolo "La bambina che salvava i libri".


Titolo: Shadowhunters. Città di ossa
Autore: Cassandra Clare
Editore: Mondadori
Pagine: 525

Al Pandemonium Club di New York si fanno strani incontri. Seguendo un affascinante ragazzo dai capelli blu nel magazzino del locale, Clary vede tre guerrieri coperti di rune tatuate circondarlo e trafiggerlo con una spada di cristallo. Vorrebbe chiamare aiuto, ma non rimane nessun cadavere, nessuna goccia del sangue nero esploso sull'elsa e soprattutto nessuno da accusare, perché i guerrieri sono Shadowhunters, cacciatori di demoni, e nessun altro, tranne Clary, può vederli. Da quella notte il suo destino si lega sempre più a quello dei giovani Cacciatori, soprattutto al magnetico Jace: poteri che non aveva mai avuto e ricordi sepolti nella memoria cominciano a riaffiorare co- me se qualcuno avesse voluto tenerglieli nascosti fino ad allora. Clary desidera solo ritrovare la madre misteriosamente scomparsa, ma sarà coinvolta in una feroce lotta per la conquista della Coppa Mortale, una lotta che la riguarda molto più di quanto non creda...


Titolo: Fai bei sogni
Autore: Massimo Gramellini
Editore: Longanesi
Pagine: 209

"Fai bei sogni" è la storia di un segreto celato in una busta per quarant'anni. La storia di un bambino, e poi di un adulto, che imparerà ad affrontare il dolore più grande, la perdita della mamma, e il mostro più insidioso: il timore di vivere. "Fai bei sogni" è dedicato a quelli che nella vita hanno perso qualcosa. Un amore, un lavoro, un tesoro. E rifiutandosi di accettare la realtà, finiscono per smarrire se stessi. Come il protagonista di questo romanzo. Uno che cammina sulle punte dei piedi e a testa bassa perché il cielo lo spaventa, e anche la terra. "Fai bei sogni" è soprattutto un libro sulla verità e sulla paura di conoscerla. Immergendosi nella sofferenza e superandola, ci ricorda come sia sempre possibile buttarsi alle spalle la sfiducia per andare al di là dei nostri limiti. Massimo Gramellini ha raccolto gli slanci e le ferite di una vita priva del suo appiglio più solido. Una lotta incessante contro la solitudine, l'inadeguatezza e il senso di abbandono, raccontata con passione e delicata ironia. Il sofferto traguardo sarà la conquista dell'amore e di un'esistenza piena e autentica, che consentirà finalmente al protagonista di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.


Titolo: Attraverso il fuoco
Autore: Josephine Angelini
Edizione: Giunti
Pagine: 410

Finalmente è arrivato il momento che Lily aspettava da una vita: Tristan, il ragazzo più bello e corteggiato di Salem, l'ha invitata alla festa del liceo. Proprio lei, timida e impacciata, che non ha mai partecipato a un party a causa delle devastanti crisi allergiche di cui soffre. Ma quando alla festa Tristan bacia un'altra ragazza, Lily viene scossa da violente convulsioni proprio di fronte a tutti i suoi compagni di scuola. Dopo questa insopportabile umiliazione vorrebbe solo sparire... E se il suo desiderio si avverasse? Improvvisamente risucchiata in un mondo parallelo, dominato da creature spietate, Lily si ritrova faccia a faccia con la perfida Lillian, la Strega di Salem, identica a lei, solo diabolica. Con l'aiuto dell'affascinante Rowan, scoprirà a poco a poco di possedere poteri straordinari e mentre l'attrazione fra lei e il ragazzo diventa innegabile, la furia di Lillian esplode come un tornado e lo scontro con la potentissima gemella non può più essere rimandato: riuscirà Lily a sconfiggere le forze del Male visto che la sua acerrima nemica è proprio... lei stessa?


Titolo: Venuto al mondo
Autore: Margaret Mazzantini
Edizione: Mondadori
Pagine: 529

Una mattina Gemma sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio di oggi, Pietro, un ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e Oriente, ferita da un passato ancora vicino. Ad attenderla all'aeroporto, Gojko, poeta bosniaco, amico, fratello, amore mancato, che ai tempi festosi delle Olimpiadi invernali del 1984 traghettò Gemma verso l'amore della sua vita, Diego, il fotografo di pozzanghere. Il romanzo racconta la storia di questo amore, una storia di ragazzi farneticanti che si rincontrano oggi invecchiati in un dopoguerra recente. Una storia d'amore appassionata, imperfetta come gli amori veri. Ma anche la storia di una maternità cercata, negata, risarcita. Il cammino misterioso di una nascita che fa piazza pulita della scienza, della biologia, e si addentra nella placenta preistorica di una guerra che mentre uccide procrea. L'avventura di Gemma e Diego è anche la storia di tutti noi, perché questo è un romanzo contemporaneo. Di pace e di guerra. La pace è l'aridità fumosa di un Occidente flaccido di egoismi, perso nella salamoia del benessere. La guerra è quella di una donna che ingaggia contro la natura una battaglia estrema e oltraggiosa. L'assedio di Sarajevo diventa l'assedio di ogni personaggio di questa vicenda di non eroi scaraventati dalla storia in un destino che sembra in attesa di loro come un tiratore scelto. Un romanzo-mondo, di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematico come una parabola.


Titolo: Bianca come il latte rossa come il sangue
Autore: Alessandro D'Avenia
Edizione: Mondadori
Pagine: 254

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino e vive in perfetta simbiosi con il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori "una specie protetta che speri si estingua definitivamente". Così, quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia, lui si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva. Ma questo giovane insegnante è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c'è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il bianco è l'assenza, tutto ciò che nella sua vita riguarda la privazione e la perdita è bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l'ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Leo ha anche una realtà, più vicina, e, come tutte le presenze vicine, più difficile da vedere: Silvia è la sua realtà affidabile e serena. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.


Titolo: La verità sul caso Harry Quebert
Autore: Joel Dicker
Edizione: Bompiani
Pagine: 770

Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent'anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.


E per finire, un bel terzetto: Obsidian - Onyx - Shadows di Jennifer Armentrout. Per chi non li conoscesse (ma chi non li conosce? Solo io non li conoscevo, mi sa... xD) questi sono i primi due romanzi della serie Lux ("Obsidian" e "Onyx") e la novella prequel ("Shadows"). 



Allora, come al solito, questo mese sono riuscita a recuperare molti più libri di quelli che sono riuscita a leggere durante il mese scorso, quindi le mensole della mia libreria cominceranno a scricchiolare... ma mi pare che questo sia un problema abbastanza comune qui nella blogosfera, quindi non mi preoccupo più di tanto... =)

"Storia di una ladra di libri" e "Shadowhunters. Città di ossa" mi sono stati regalati per Natale. Il primo è stato una gradita sorpresa, quindi sono molto curiosa di leggerlo. Il secondo, invece, l'ho già letto, quindi a breve arriverà anche la recensione. "Fai bei sogni" (che cercavo da un sacco di tempo!) e "Attraverso il fuoco" sono frutto di due scambi. "Venuto al mondo" l'ho pagato la bellezza di zero euro alla Mondadori, grazie allo sconto di 10€ della Vodafone. "La verità sul casso Harry Quebert" l'ho pagato la bellezza di 4 euro, grazie a degli sconti che avevo alla libreria Giunti. "Bianca come il latte rossa come il sangue" mi è stato gentilmente inviato per il Christmas Bookish Blind Date organizzato da Denise (del blog Reading is Believing) e Leda (del blog Dreaming Fantasy). Non ho mai letto nulla di Alessandro D'Avenia e questo libro casca a pennello, perché avevo proprio tutte le intenzioni di cominciare con questo autore il più presto possibile. Ed infine, gli unici libri che ho praticamente pagato per intero, sono la tripletta "Shadows - Obsidian - Onyx", presi scontatissimi (5€ l'uno) su Amazon.
Che dire? Anche questo mese ho accumulato un bel bottino! Voi che dite? =D

giovedì 18 dicembre 2014

Recensione - Il gusto proibito dello zenzero, Jamie Ford

Buongiorno a tutti!
Faccio una piccolissima pausa dal lavoro e mi prendo qualche minutino per parlarvi di un libro che aspettava da tempo sui miei scaffali. Lo desideravo da molto, ma dopo averlo acquistato, è rimasto lì, in attesa che arrivasse il suo momento. Beh, il suo momento è finalmente arrivato ed io non posso far altro che esserne contenta, visto quanto mi è piaciuto!

Il gusto proibito dello zenzero, Jamie Ford

* Trama *

Seattle. Nella cantina dell'hotel Panama il tempo pare essersi fermato: sono passati quarant'anni, ma tutto è rimasto come allora. Nonostante sia coperto di polvere, l'ombrellino di bambù brilla ancora, rosso e bianco, con il disegno di un pesce arancione. A Henry Lee basta vederlo aperto per ritrovarsi di nuovo nei primi anni Quaranta. L'America è in guerra ed è attraversata da un razzismo strisciante. Henry, giovane cinese, è solo un ragazzino ma conosce già da tempo l'odio e la violenza. Essere picchiato e insultato a scuola è la regola ormai, a parte quei pochi momenti fortunati in cui semplicemente viene ignorato. Ma un giorno Henry incontra due occhi simili ai suoi: lei è Keiko, capelli neri e frangetta sbarazzina, l'aria timida e smarrita. È giapponese e come lui ha conosciuto il peso di avere una pelle diversa. All'inizio la loro è una tenera amicizia, fatta di passeggiate nel parco, fughe da scuola, serate ad ascoltare jazz nei locali dove di nascosto si beve lo zenzero giamaicano. Ma, giorno dopo giorno, si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Un amore innocente e spensierato. Un amore impossibile. Perché l'ordine del governo è chiaro: tutti i giapponesi dovranno essere internati e a Henry, come alle comunità cinesi e, del resto, a tutti gli americani, è assolutamente vietato avere rapporti con loro. Eppure i due ragazzini sono disposti a tutto, anche a sfidare i pregiudizi e le dure leggi del conflitto. E, adesso, quarant'anni dopo, quell'ombrellino custodisce ancora una promessa. La promessa che la storia restituisca loro la felicità che si meritano.
Un romanzo d'esordio che ha sorpreso e incantato, rivelandosi un fenomeno editoriale unico. Uscito in sordina negli Stati Uniti, ben presto ha scalato le classifiche di tutto il paese e ha venduto migliaia di copie solo grazie al passaparola dei lettori. Ambientato durante uno delle epoche più buie e dolorose degli Stati Uniti, "Il gusto proibito dello zenzero" è una storia indimenticabile e commovente di speranza e determinazione, di abbandono e di rimpianti, di lealtà e coraggio che esplora la forza eterna e immutabile dell'amore.

* Recensione *

Ci troviamo a Seattle nel 1986. Le prime pagine già delineano il profilo dell'Hotel Panama, riaperto da poco dopo anni di abbandono, un albergo che quarant'anni prima era la porta tra il quartiere cinese e il quartiere giapponese Nihonmachi. La riapertura dell'edificio provoca in Henry una serie di emozioni che lo riporteranno indietro nel tempo, a ricordare la sua infanzia, nel lontano 1942. Henry è nato a Seattle, ma i suoi genitori sono cinesi e insistono perché il bimbo indossi sempre uno stemma sui vestiti con scritto "Io sono cinese", di modo che nessuno possa confonderlo con un giapponese. Sì, perché il Giappone è il nemico, soprattutto durante la seconda guerra mondiale. I genitori di Henry insistono inoltre affinché lui si integri perfettamente nel mondo americano, lo mandano infatti alla scuola dei bianchi e gli impongono di parlare solo la lingua inglese. In quanto "diverso dagli altri", a scuola Henry subisce le angherie dei compagni, ma un giorno le sue pene si alleviano di colpo, quando conosce Keiko, anche lei nata a Seattle, ma di origini giapponesi.
Tra Giappone, Cina e America, viviamo la vita di due bambini che sono divisi tra due identità, due mondi. L'amicizia tra Henry e Keiko si intensifica, ma a quei tempi, avere un'amica giapponese comporta non pochi problemi.
Questo libro è davvero splendido, tanto che sono rimasta piacevolmente sorpresa quando ho scoperto che si trattava di un romanzo d'esordio.
I luoghi e i personaggi, entrambi meravigliosamente descritti, accompagnano il lettore facendolo saltare dal 1986 al 1942, con un ritmo che ti tiene incollata alle pagine. Per nulla banale, la storia si snoda tra argomenti difficili come il razzismo, l'integrazione, la guerra e il coraggio di un bambino cinese di 12 anni, che non riesce a sopportare di assistere inerme alla deportazione della sua migliore amica giapponese e di tutta la sua famiglia.
Henry e Keiko sono personaggi splendidi, ai quali non si può non affezionarsi, ma una figura importante è anche quella di Sheldon, amico di Henry e jazzista nero. Ho amato questo personaggio tanto quanto i due protagonisti! Ho adorato l'atmosfera che si respirava nei locali di Seattle, dove Sheldon si esibiva dal vivo, assieme al famosissimo Oscar Holden.
Ammetto che soltanto ad un certo punto, verso i tre quarti del libro, mi è sembrato che la narrazione perdesse un po’ di tono, ma quando già mi stavo dicendo che avrei tolto una stellina alla mia valutazione finale, ecco che dalle ultime pagine fa capolino la rivelazione che cambia tutto e io mi sono ritrovata nuovamente coinvolta. Il finale è perfetto, e qui chiudo, consigliandovi assolutamente di leggerlo, perché questo libro è da non perdere! =)
 
Voto: Cinque stelline * * * * *
 
L'incontro tra Henry e Keiko è già qualcosa di magico:
"La ragazza spruzzò acqua bollente sui vassoi e li mise a sgocciolare nello scolapiatti, uno dopo l’altro. Quando si girò lentamente, Henry notò gli zigomi delicati, la pelle perfetta, liscia e priva delle lentiggini che punteggiavano i volti delle altre compagne di scuola. Ma, soprattutto, notò gli occhi di un castano delicato. Per un breve istante Henry ebbe la netta impressione che nell’aria aleggiasse un profumo dolce e misterioso, come quello del gelsomino, che subito si perse tra gli odori untuosi della cucina."

Tra l'altro, stavo pensando che non solo leggerò di certo anche il secondo romanzo di Jamie Ford, "Come un fiore ribelle", ma che per entrambi i libri vorrei recuperare l'edizione messa qui sotto in foto, perché il libro che ho io riporta la cover che ho messo all'inizio di questo post e... non che sia brutta, ma volete mettere queste qui sotto?! *_*

giovedì 11 dicembre 2014

Recensione - Colpa delle stelle, John Green

Buongiorno!
E se il buongiorno si vede dal mattino, questa mattina il buongiorno è freddissimo! Ormai è arrivato l'inverno e uscire di casa alle 06:30 per andare a lavorare mi lascia sempre un po' scossa, soprattutto perché odio quel momento in cui devo grattare via il ghiaccio dalla macchina... xD
Il Natale si avvicina, ma non ne sto particolarmente sentendo l'atmosfera. Non ho in programma di leggere libri natalizi, anzi, mi sono accorta di non avere proprio libri natalizi in generale sulle mensole della mia libreria. Forse sarebbe meglio porre rimedio? Magari per entrare un po' nello spirito? Non saprei... io, nel profondo, sono un po' Grinch! =P
Infatti, anche la recensione che propongo oggi non ha proprio nulla di natalizio!

Colpa delle stelle, John Green
 
 
 
* Trama *
 
Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.
 
* Recensione *

Non vedevo davvero l’ora di leggere questo libro! Non avevo mai letto niente di John Green e ne avevo sentito parlare talmente bene che non stavo proprio più nella pelle, tanto che una mia amica ha avuto pietà di me e me l'ha prestato.
Il libro parla d’amore, ma non dell'amore melenso e sdolcinato, ma di un amore difficile, che supera le barriere della malattia. Chi non conosce ormai la storia dei due protagonisti? Hazel conosce Augustus al gruppo di supporto per malati di cancro e la loro amicizia prende forma fino a diventare qualcosa di più grande; i due ragazzi si troveranno quindi ad affrontare l'amore, tenendo conto di tutte le problematiche legate alle loro reciproche malattie.
Le prime pagine del romanzo scivolano via che è un piacere e, mentre tutta la storia si sviluppa, non si può fare a meno di affezionarsi ai personaggi, non soltanto a Hazel e Gus, ma anche a quelli secondari, come Isaac, i genitori di Hazel, la segretaria Lidewij... la forza che ho visto in ognuno di loro mi ha davvero piacevolmente colpita. Inoltre, una delle cose che più mi è piaciuta di questo libro è stata la percezione del dolore… ovvero, il romanzo parla di malattia e di sofferenza, di terapie, di miglioramenti e di ricadute. Trovo non sia semplice parlare del dolore in un libro, riuscendo anche a farlo percepire al lettore. Qui, invece, il dolore è presente. Si sente! O almeno, io l’ho sentito...
Nonostante io abbia apprezzato questo libro, sono anche riuscita a trovarci delle piccole pecche. Penso infatti che la parte relativa ad Amsterdam sia stata un po’ meno coinvolgente rispetto al resto del libro, tanto che la lettura andava un pochino a rilento. Se il libro conta complessivamente circa 300 pagine, ho divorato le prime 100, mi sono un po' bloccata durante le seconde 100 e poi il ritmo ha ripreso bene nelle ultime 100 pagine. Però, messa così, significa in pratica che non ho apprezzato 1/3 del libro… e la cosa non mi è piaciuta per niente, viste le aspettative altissime che avevo. Questa parte del romanzo mi ha lasciata un po’ spaesata, anche perché ammetto di non essere stata capace di condividere il particolarissimo amore di Hazel per "Un'imperiale afflizione", il suo libro preferito, che giocherà un ruolo importante all'interno della storia.
Concludendo, in generale il libro mi è piaciuto e ho comunque intenzione di leggere anche altre opere di John Green, perché ho trovato il suo stile piacevole, divertente e ironico al punto giusto. Non sento però la smania di avere il libro tra i miei scaffali e non credo nemmeno che guarderò il film… un po’ troppo drammatico per i miei gusti. Non so perché, ma preferisco leggere libri tristi piuttosto che guardare film tristi e per lo stesso motivo leggo senza problemi libri horror, ma assolutamente non riesco a guardare i film horror, perché ho paura! =P

Voto: Tre Stelline * * *

Concludo, come al solito, con un breve paragrafo che ho particolarmente amato.

Tutti in questa storia hanno una hamartia dura come un sasso; quella della ragazza, così ammalata; la sua, così guarito. Se la ragazza stesse meglio o lei fosse più ammalato, allora le stelle non sarebbero così terribilmente avverse, ma è nella natura delle stelle essere avverse, e Shakespeare non si è mai sbagliato tanto come quando fece dire a Cassio “La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle / ma in noi stessi.” Facile a dirsi quando si è un romano patrizio (o Shakespeare!), ma c’è invece colpa in abbondanza da trovare nelle nostre stelle.

mercoledì 3 dicembre 2014

Recensione – Unbreakable, Kami Garcia

Buonasera a tutti, cari lettori!
In questa giornata di pioggia (l’ennesima!) ritorno con una nuova recensione, ovvero quella dell’ultimo libro di Kami Garcia, “Unbreakable”. Era da diverso tempo che avevo puntato questo romanzo. La copertina mi piaceva tantissimo e trovavo la trama molto intrigante. Nonostante avessi già visto alcune recensioni non troppo positive, non mi sono lasciata scoraggiare e mi sono detta che l’avrei comprato presto. Ho avuto poi la fortuna di vincere il romanzo al Giveaway di Halloween organizzato da Alessia, del blog "Il profumo dei libri", quindi, non appena ricevuto il libro, mi sono subito fiondata a leggerlo.

Unbreakable, Kami Garcia



 * Trama *

Kennedy Waters trova sua madre morta, ma non immagina che la colpa possa essere di "presenze" sovrannaturali... fino a quando due gemelli identici e misteriosi, Jared e Lukas, fanno irruzione nella sua stanza e annientano uno "spirito" che sta cercando di ucciderla. Kennedy scopre molte cose: non solo che la morte di sua madre non è stata un incidente, ma che esiste la Legione della Colomba Nera, una società segreta di cacciatori di fantasmi che ha il compito di proteggere il mondo dai demoni. Nella stessa notte cinque membri storici della Legione sono morti, e ora devono essere rimpiazzati da altri ragazzi, ognuno dotato di un'abilità unica e letale. Solo Kennedy non riesce a trovare il suo posto nella Legione, e nel mondo... riuscirà a trovare quel pezzo mancante del puzzle prima che sia troppo tardi? Prima che le distruggano, per sempre, la vita e il cuore?

* Recensione *

L’inizio del libro mi ha subito coinvolta, perché l’autrice ha creato la giusta tensione e un alone di mistero che mi facevano ben sperare per i capitoli successivi. Purtroppo però, non ho apprezzato questa lettura come avrei voluto. Ma andiamo con ordine...
La madre di Kennedy viene uccisa da un fantasma e, considerando che il padre se n’è andato (non si capisce bene il perché ma, ehi, è solo il primo libro!) quando lei era ancora piccola, la protagonista si ritrova praticamente orfana. Lei stessa rischierà la vita e verrà salvata dai gemelli Lukas e Jared, grazie ai quali verrà a conoscenza della Legione della Colomba Nera, un’organizzazione antichissima della quale anche Kennedy, inaspettatamente, sembrerebbe far parte. Lo scopo ultimo dei personaggi è quello di trovare il Trasformatore, uno strumento con cui potranno imprigionare il demone Andras, liberato per errore dai membri antichi della Legione.
La storia in sé è abbastanza originale, ma sinceramente non mi è tanto piaciuto com’è stata sviluppata. Ci sono troppi alti e bassi: le scene dove si dà la caccia ai fantasmi ti lasciano incollata alle pagine, ma per quanto riguarda le parti restanti, le ho trovate davvero un pochino noiosette...
Ma il principale problema che credo di aver avuto con “Unbreakable” è che non sono assolutamente riuscita ad affezionarmi ai personaggi. Kennedy è odiosa, ridicola quando parla di Jared (che le sfiora la mano, che le tocca la spalla, e la sua pelle che odora di sale e di rame…). Purtroppo mi sono trovata a scontrarmi di nuovo con tutto ciò che avevo odiato nel personaggio di Bella in “Twilight” (lui è troppo bello per stare con me, non mi guarderà neanche, ma come posso piacergli?, mi farà soffrire ancora prima di mettersi con me…). Kennedy ha il tipico atteggiamento di chi si fascia la testa prima di essersela rotta e trae tutte le sue conclusioni sulla base di niente, senza lasciare agli altri il tempo di spiegarsi. Questo dà origine a una serie di litigi inutili, che non aggiungono niente alla narrazione, anzi la rallentano. E se proprio devo dirla tutta, trovo che Kennedy sia anche un po’ tonta… inciampa di qua, scivola di là e Jared la sostiene di qua e Lukas la afferra di là… Va bene che è una ragazza di diciassette anni e gli adolescenti hanno sempre un po’ la testa fra le nuvole, ma qui sfioriamo il ridicolo.
Che dire degli altri personaggi? Non ho capito l’astio iniziale (immotivato) di Alara nei confronti di Kennedy, anche perché poi le vediamo diventare quasi migliori amiche, qualche pagina dopo. Lukas, dolce e protettivo, risulta essere il contrario di Jared, misterioso e un po’ scorbutico. Ovviamente tutti e due che litigano per Kennedy, innamorati di lei (o così parrebbe), senza quasi nemmeno conoscerla. L’unico che, a mio avviso, si salva un pochino in questo festival della banalità è Priest, il McGyver della situazione! Mi piace il suo modo di fare e mi piace com’è stata delineata la sua immagine, sempre con la felpa e con le cuffie appoggiate al collo.
Non saprei, il romanzo mi ha dato proprio l’idea di un libro per ragazzi… e nemmeno di quelli scritti bene, perché a me piacciono i libri per ragazzi!
Questo è il mio primo approccio con Kami Garcia, perché non avevo letto la serie “The Caster Chronicles” e mi sento di dire che lo stile dell’autrice è anche scorrevole, ma non credo davvero che continuerò questa serie, perché ho talmente tanti libri che aspettano di essere letti, che sinceramente preferisco non “perdere tempo” con romanzi che non mi convincono.
Che dite, forse oggi mi sono alzata un po' cattivella?

Voto: Due Stelline * *

Vi lascio con un piccolo estratto, un assaggio del lato un po’ misterioso del libro. Fosse stato tutto così…

"Ti prego, non farmi del male".
Il vento si insinuò tra le lapidi del cimitero, sollevò le lunghe ciocche di capelli aggrovigliati sulle spalle di quella figura e scostò la stoffa leggera del vestito bianco dalle gambe. [...] Il chiaro di luna le illuminò l'abito e mi accorsi che in realtà non si trattava di un vestito. Era una camicia da notte. Chi mai se ne sarebbe andato a zonzo in un cimitero in camicia da notte?
"Una squilibrata.
Oppure una sonnambula".
[...] La ragazza non si mosse, continuava a fissarmi come se avesse potuto vedere i miei lineamenti nonostante il buio. Un senso di vuoto mi attanagliò lo stomaco. Avrei voluto guardare qualcos'altro... qualsiasi altra cosa che non fossero i suoi occhi inquietanti.
Rivolsi lo sguardo verso la base della croce. La ragazza era scalza come me, ma sembrava che i suoi piedi non toccassero il suolo. Battei gli occhi, incapace di prendere in considerazione quella possibilità. Doveva essere un effetto ottico dovuto al chiaroscuro della luna. Osservai i miei piedi, incrostati di fango, poi di nuovo i suoi.
Erano pallidi e immacolati.